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Sinossi

La Notte di Caracas ci Nasconderà

 

“La notte di Caracas ci nasconderà” è un atto unico sorprendente ed originale, difficilmente definibile nel suo genere.

Nasce da una mescolanza di elementi tra i quali prevale sicuramente il giallo.

In effetti, il testo ha un impianto tipico in tal senso: un ambiente “chiuso” in cui si consumano diversi delitti e sul quale si concentrano le indagini dell'ispettore di turno.

Ma al giallo si affiancano la componente macabro/horror e quella comica, meglio, quella satirica e umoristica.

Siamo negli anni '70, a Caracas, in un losco locale di periferia: un barman indecifrabile ed enigmatico, lento nei suoi gesti, serve da bere ad un manipolo di strani clienti seduti ai tavoli.

Una calda musica caraibica avvolge il locale, l'alcool scorre abbondante e rapido. La calma apparente è rotta da una serie di inspiegabili omicidi a catena, l'uno dietro l'altro.

Un ispettore trasandato e distratto indaga. I colpi di scena si susseguono fino alla inaspettata soluzione finale.

Ciò che colpisce,però, è l'effetto esagerato che i personaggi e le azioni volutamente producono.

I personaggi sono caricature di se stessi, eccessivi nei loro modi di fare, nel loro stesso essere e questo li rende ridicoli.

Le azioni, a loro volta, risultano “forti” nella violenza che generano, tanto da non essere credibili fino in fondo, anzi suscitano l'ilarità dello spettatore che, però, non può fare a meno di riflettere.

E proprio questo è l'intento del testo: rappresentare il male oggi esistente, ridicolizzare il potere e la violenza per indurre ad una maggiore consapevolezza e, al contempo, ad una più corretta percezione della realtà.

In una sociètà complessa come quella odierna, il momento difficile che stiamo vivendo ha bisogno di riflessione e di verifica, va studiato, interpretato, probabilmente capito.

Se la violenza dilaga in tutti i campi, così come l'ipocrisia, l'invidia, l'arrivismo, la falsità, è anche vero che sono necessari segni di dissenso, di rivolta rispetto a questa condizione.

La strada scelta dal regista, nonché dall'autore del testo, è quella di sdrammatizzare, ridicolizzare, smontare questa realtà affinché lo spettatore, proprio attraverso la riflessione sulla violenza dilagante, avverta la necessità di un “ritorno”, il bisogno di guardarsi intorno e riscoprire, per tutta risposta valori più sinceri.

Ironizzare per far comprendere in maniera più lucida e consapevole: è con un intento assolutamente costruttivo che questo brillante atto unico si propone al pubblico.

Caterina Astorino

 

 
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