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Sinossi

Sogno di una notte di mezza estate

Il notturno illuminato dalla luce della luna, un bosco popolato da elfi, una regina e un re delle fate che danzano gioiose, un folletto dispettoso: i giusti ingredienti per una deliziosa favola ci sono tutti.

E, in effetti, il Sogno d'una notte di mezz'estate può considerarsi innanzitutto una meravigliosa fiaba, ma non solo. È anche la storia di un'iniziazione all'amore - un amore dai mille volti, che sa essere sensuale e trasgressivo ma anche delicato e sincero - di coppie di amanti che ora si combinano ora si scombinano , di quattro giovani che si confrontano con ciò che di più misterioso Amore custodisce nel suo scrigno: il fascino, l'attrazione, la passione. In questa complicata favola d'amore i loro destini sono sopraffatti dalla magia e dall'incanto, nell'illusione che ciò che si vorrebbe non è e nella certezza che ciò che è reale sembra un sogno (o è forse il contrario?).

Il cuore della scena è, dunque, proprio il complicato gioco degli equivoci, la girandola di passioni e l'intreccio delle emozioni che si esprimono attraverso la concitazione dei movimenti dei personaggi: la splendida Titania insegue Bottom, Lisandro e Demetrio si contendono l'amore di Ermia, il cuore di Elena batte per Demetrio… Insomma, amori e sentimenti si incrociano, si sovrappongono, si rincorrono disegnando una tela intricata, un groviglio di fili. Sullo sfondo, complice degli inganni e dei turbamenti amorosi, si profila un magico bosco dai contorni sfumati, il bosco incantato che tutto amplifica e dove tutto è permesso, illuminato dal tremulo chiarore della luna.

Il “ ritorno all'ordine” è affidato necessariamente a qualcosa che non appartiene alla dimensione umana, concreta e reale: è l'elemento magico che paradossalmente ri-mette ogni cosa al suo posto, è il re delle Fate Oberon che, nel ritrovare l'amore della sua sposa Titania, con la complicità e l'aiuto del folletto Puck , incarnazione della pura fantasia, riuscirà a far dipanare i fili della matassa, a trasformare i pensieri e i sogni in realtà.

Già, perché la realtà è il nodo focale del teatro shakespeariano, anche quando la dimensione fantastica sembra essere la nota dominante. Quello di Shakespeare è il teatro del mondo concreto, di una parola capace di evocare scene , paesaggi, eventi al solo scopo di cogliere e capire le passioni umane.

Si comprende, allora, la scelta del regista rispetto alla complessità del testo e alla molteplicità dei suoi nodi tematici. La distanza tra quel mondo rappresentato sulla scena e la vita, quella di oggi, è minima, quasi impercettibile, dal momento che “per uno che tien fede, migliaia e migliaia tradiscono, con giuramenti su giuramenti”: il balletto dei sentimenti è più frequente che mai e forse anche oggi ci sarebbe bisogno del tocco di una bacchetta magica, del giusto fluido incantato per essere in grado di cogliere fino in fondo la forza delle nostre passioni. Ma che cosa può dirsi magia oggi? Magia è il desiderio di evadere dalla tetra quotidianità, è sognare , in una calda notte di mezz'estate , che possiamo essere ancora padroni del nostro destino e in grado di sciogliere i nodi che trattengono il nostro cuore.

 

Caterina Astorino

 

 
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